| come agnelli Lc 10,1-12:17-20 | ||
| Dal Vangelo secondo Luca | ||
| altri settantadue 
 | Il discepolo non è soltanto colui che si mette al seguito di Gesù, ma anche colui che è mandato in avanti. La missione non è per alcuni specialisti; Gesù oltre i dodici apostoli ne mandò altri settanta[due] come il numero dei popoli della terra che incontriamo nel Libro della Genesi (settantadue nella versione greca dei LXX) ... dunque la missione ha carattere universale e coinvolge il rapporto con la totalità del genere umano | |
| diceva loro | L’idea della messe ci parla di una umanità matura, pronta per la mietitura per cui il Padre ha lavorato e faticato nel corso della storia. I discepoli sono invitati a guardare l’umanità con uno sguardo di speranza che sappia cogliere l'opera del Padre ed i segni di un regno di Dio che è vastamente presente nell'umanità e per cui vale la pena lavorare. Pregare il padrone della messe perché mandi operai chiede di avere la certezza che i tempi sono ormai maturi e che gli operai richiesti non hanno da dissodare e seminare ma solo da raccogliere e subentrare alla fatica di Colui che ha già fatto la parte maggiore del lavoro: Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica (Gv 4,38) L'atteggiamento del discepolo è quello dell'agnello, la sua presenza è testimonianza di quel Cristo che si è lasciato sacrificare, offendere ed uccidere. Il discepolo non è mandato a cercare una qualche vittoria, a prevaricare sugli altri, ma a testimoniare l'amore di Dio che si è manifestato nella mitezza del Cristo: l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! (Gv 1,29) | |
| In qualunque casa entriate | Il primo messaggio che  chi è inviato deve comunicare è la Pace. Non è né tranquillità né  pacificazione, ma dono pasquale, grazia che viene dall'Alto ed impegno  dell'uomo che deve dimostrare di essere un figlio della pace. | |


